midio Natalino De Rogatis nasce a Teora (AV) il 24 dicembre del 1963, da Raffaele, detto Santariello, “sarto” e da Nicolina Porreca “ricamatrice”. Già dalla prima infanzia si denota in lui una spiccata inclinazione verso le arti figurative, più specificatamente per il collage. Copiosa è stata l’influenza paterna: persona eclettica nelle attività della quotidianità nella piccola cittadina Irpina. Un bravo artigiano e grande “Artista Minimale”, che ha impresso e plasmato l’animo e la sensibilità del figlio, infondendogli con esemplarità, gli usi, i costumi e le tradizioni, che vanno dal sacro al profano dell’antica cultura Teorese. Uno per tutti: la rappresentazione dell’antica maschera carnevalesca de li “ Scuaqualacchiun’ ”; Egli è stato anche regista di commedie teatrali, dopo l'esperienza lavorativa in Napoli, e di tant’altro…. La madre, donna morigerata, era figlia di Emidio, Maresciallo della Forestale, comandante della Stazione in Pietracamela (TE), fu “pluridecorato nel primo conflitto mondiale” . La stessa, rinunciò all'insegnamento per stare vicino alla madre vedova ed inferma.
Da piccolo gli piaceva frequentare le botteghe degli artigiani: il ciabattino; il falegname; il fabbro; lo stagnino, ma anche quella del lattiero caseario, il fornaio e del ferramenta. Non disdegnava la frequentazione di cantine, per cogliere quelle sfumature "filosofiche" dei suoi “personaggi” frequentatori. Ammirava con discrezione, alcuni pittori teoresi che ritraevano scorci dei vicoletti del vecchio centro storico.
Appassionato dell'arte del presepe, ammirava da piccolo, il bellissimo presepe che realizzava Antonio Restaino, che vive a Novara, il quale partecipò più volte a gare nazionali vincendone una edizione. Realizzò pure i costumi per la rappresentazione del Venerdì Santo.
Il De Rogatis, in seguito, ralizzò presepi, carri allegorici e costumi per il Venerdì Santo; Anche una copia della coppa del nondo, in terracotta, per la vittoria dell’italia nel mondiale di calcio del 1982.
Frequentò l'asilo infantile presso le suore dell'Istituto dirimpettaio alla propria abitazione, dove gli piaceva ascoltava la Madre Superiora suonare il pianoforte. I primi giochi d'infanzia li faceva nel cortile di detto asilo e nell'orticello attiguo l'asilo stesso, detto : "DI ROCCHETIEDDO", naturalmente con tanti altri bambini coetanei, e per gli stupendi ed incantati vicoletti del centro storico.
Terminata la scuola media, fu impossibilitato ad iscriversi all' Istituto d’Arte di Calitri, perché all’epoca non vi erano mezzi pubblici per raggiungere tale centro. Con molto rammarico dovette optare per l'Istituto Tecnico per Geometri di Lioni. Conseguì il diploma nell’anno 1982, ad un anno e mezzo dal terribile e catastrofico terremoto che sconvolse l’Alta Irpinia, e distrusse Teora per il 95%. Con la perdita di tanti cari amici e parenti, ma anche con la distruzione, e per sempre dell'amenità del vecchio borgo ( Il Centro Storico). Le vittime furono 165.
Tale evento, segnò molto il futuro artista, influenzando copiosamente l’inclinazione pittorica e delle arti figurative in genere; Nelle sue opere traspare, anche tra giochi di colori, i gravosi affanni delle varie realtà umane e del dramma esistenziale che vive oggi l'intera umanità, ognuno nelle sue gravose realtà. Il fenomeno della "Globalizzazione" e lo sconvolgimento ambientale; nonché la religione , il terzo / quarto mondo, i diseredati in genere e le miserie umane, sono temi sociali sensibili all'artista.
Agli occhi dei poco esperti, la sua arte passa talvolta in modo “riduttivo”, come ASTRATTA; mentre i più raffinati colgono qualcosa “Alla Basquiat”: Altri, cogliendo l’Action Painting, la definiscono di un “Post Espressionismo”, o di un qualcosa che va oltre“ l'Avanguardia”, altri ancora vedono l’informale; Invece cerca di connotarsi, sempre in ambito d’arte contemporanea, con la nuova corrente pittorica Napoletana: quale il manifesto de L' ESASPERATISMO.
Il collega pittore, Mario d’Imperio, ebbe a dirgli che nelle sue opere traspariva IL DISAGIO METROPOLITANO.
Oggi il De Rogatis, dipendente della Regione Campania, dopo aver lavorato per due anni in Napoli,
quasi quattro in Avellino, dall’ ottantanove lavora presso il Comune di Teora con una spiccata inclinazione verso l’arte libraria e bibliotecaria. E’ assiduo frequentatore della Biblioteca presso il Museo Irpino, del Centro Rete, nonché della Galleria d'arte "L'Approdo" di Avellino.
Cultore della storia della propria cittadina, e dell’Irpinia, ha in progetto la pubblicazione di un libro su usi e costumi di Teora e dell’irpinia. Molti sono stati i suoi articoli, pubblicati su quotidiani provinciali che trattano di storia locale. Collabora con la locale Pro – Loco, della quale è stato consigliere e Segretario e con il periodico Voci da Teora. Già membro della locale Corale, nel gruppo delle prime voci, fa parte attualmente del gruppo “(goliardico)” delle SERENATE “I menestrelli di Teora. Con detto gruppo è stato registrato un CD con una raccolta di canti folk, tipici teoresi. Partecipa inoltre col gruppo Folk “Paranza Teorese” e coordina il gruppo carnevalesco de li Scuaqualacchiun’. In passato è stato supporter al seguito del Gruppo musicale I VOLSCI, con tuornè all'estero; mitica è stata la sua personale esibizione “estemporanea” presso il locale della Costa Azzurra in Juan Le Pein "Le Festival". Appassionato di fotografia, ha partecipato a diverse mostre fotografiche con l'Associazione Photoclub "Werner Bischof" di Guardia dei Lombardi, a quella di Cairano e di Zungoli; Per quest'ultima c'è stata una pubblicazione (uno scatto per l’Irpina 2003) con una sua foto. Detta pubblicazione è stata pubblicizzata sul mensile FOTOIT della FIAF. Altre passioni sono state e sono: la poesia; il collezionismo (vini – tappi di Champagne – musica Rock ) il circo ed il ballo. Cacciatore pentito, è divenuto un discreto arciere. Si diletta talvolta nella preparazione di alcune particolari pietanze per se e per gli amici.
Stà collaborando per l'apertura d'un nuovo periodico locale: "L'Eco di Teora".
E’ stato volontario del soccorso della CRI (COV di Salerno) e della Confraternita della Misericordia; ed anche DJ presso la Radio Libera Teora, con il “MITICO”programma CARPE DIEM.
Più volte ha partecipato come Attore Protagonista in commedie teatrali, sia nel locale Teatro Europa che in provincia. Cattolico convinto, collabora con la parrocchia e con l'Azine Cattolica. E' sostenitore per l'apertura al dialogo con le altre religioni, in special modo con quelle monoteiste.
L'Artista, ha acquisito nel tempo una particolare e personale espressione artistica, maturata anche per la partecipazione al Laboratorio di Pittura operante in Teora sotto l’egida della Pro Loco. Ed ancor prima con l’esperienza in Volturara Irpina al laboratorio di pittura presso l’Associazione Culturale “Il Tiglio”.
Attualmente l’artista è socio dell’Associazione Culturale Avellinese “ArteEuropa” ed anche dell' Associazione Culturale "Giordano Bruno" di Castelfranci.
L'otto agosto 2007 in Torella dei Lombardi è stato presentato il manifesto degli artisti Irpini, iscritti all'associazione Culturale Giordano Bruno di Castefranci, con l'intento di proposta artistico culturale, per il rilancio dell'irpinia al grande pubblico nazionale ed internazionale.
Nel suo peregrinare artistico ha avuto modo di conoscere molti colleghi pittori e scultori; alcuni dei quali di notevole spessore internazionale, ed altrettanti critici d'arte, quali: Leo Strozzieri da Pescara, Leonardo Sciacia da Salerno, Franco Spena da Caltanissetta, Rosario Pinto ed Enrico Alamari da Napoli ecc.
Negli ultimi anni, molto le ha giovato l’amicizia con la scienziata Prof. Maria Cristi Stefanelli, Teorese che vive in Venezuela, dove è docente all'Università Simon Bolivar quale fisico; Notevoli le sue pubblicazioni e convegni internazionali, e con la famiglia americana dei BREW, Robert detto Bob, docente di ecomomia all’Università e sua moglie Jean Marie Porreca anche lei insegnante. Con quest’ultima hanno scritto “a quattro mani” la storia di Rocco Porreca, papà di Jean Marie, dal titolo: Rocky the Rock – La verace storia di Rocco e la sua famiglia. La soria tratta il tema dell’emigrazione italiana negli USA all’inizio del ‘900. E’ prossina la sua pubblicazione.
Il De Rogatis ha conosciuto una miriade di persone, alcune molto da vicine, altre un po’ meno; Di altre ancora ne ha sentito solo il racconto da terzi perché già passate a miglior vita. Dai personaggi delle più disparate classi sociali, ha sempre cercato di coglierene gli aspetti che più li caratterizzava, talvolta piccole sfumature ben celate, ma mai abbastanza da non poter far trasparire il meglio di ognuno, contribuendo in qualche modo all’arricchimento dell’artista.
Molti esperti d’arte hanno espresso un giudizio positivo sulle sue opere, di cui alcuni esponenti della cultura e delle Università Americane:
- Bruno La Verdiere, Professore dell'Arte
Docente dell'Ardirondack Community College;
- Rebecca Wasserman, specialista in Arte Visive al Computer
Redattore delle pubblicazioni della Scuola delle Arti Visine in New York City;
- Sheldon Hurst, Professore dell'Arte
Direttore della Galleria d'Arte Adirondack